
“Unità Pastorale” è diventata la parola d’ordine che introduce trambusto ingiustificato in responsabili e volontari dei Circoli NOI.
Arrivano telefonate preoccupate di questo tenore: “da ottobre la nostra parrocchia entra in unità pastorale, che fine dovrà fare il nostro circolo?”.
Probabilmente è passato un messaggio “guastato”: la comunicazione che il nostro Vescovo mons. Giuseppe Zenti ha reso nota la scorsa Domenica delle Palme, invece, non lascia spazio a interpretazioni fantasiose: “le parrocchie dovranno predisporre il proprio animo a entrare in rete con altre parrocchie del medesimo territorio, senza perdere la propria identità”, “Parrocchie con porte aperte verso le altre parrocchie vicine, da cui ricevere e a cui dare”, con la consapevolezza che “il tutto non si attua da mattina a sera”.
Insomma, chiese e campanili resteranno in piedi, e forse anche le canoniche, come resteranno in piedi e funzionanti Oratori e Circoli parrocchiali vivi e vivaci.
Come e cosa fare si deciderà valutando e discernendo caso per caso. Ogni soluzione è percorribile: consolidamento della situazione; unione di taluni aspetti e divisione di servizi e compiti; soppressione di realtà agoniche o poco o nulla significative; …. Le decisioni si prenderanno in loco, quando l’Unità Pastorale sarà realizzata, in funzione di un miglioramento del servizio a bambini, ragazzi, giovani e adulti, che risiederanno sempre nella loro abitazione, nel loro territorio parrocchiale, anche se in rete con quelle limitrofe.
Per quanto ci verrà richiesto, per l’esperienza decennale di essere in rete tra Circoli, ci premureremo di agevolare la realizzazione dell’Unità Pastorale, collaborando attivamente a costruire e ispessire la rete di relazioni umane e cristiane, come prevede lo Statuto dei Circoli NOI “con riferimento costante al Vangelo”.
