ETS iscritto al RUNTS, sez. APS, con D. 548 del 11.10.2022
Ancora nessun commento

San Filippo Neri, prete romano di origine fiorentine, inventore dell’oratorio.

San Filippo Neri. Santo di prima grandezza che incise profondamente nei caratteri della spiritualità del proprio tempo.

Filippo era nato da un notaio a Firenze, nel 1515, e presto restò orfano di madre. La sua condotta, tra i monelli fiorentini, fu tale da meritargli il nome di “Pippo Bono”. Nell’adolescenza, gustò poesia e musica, insieme con le bellezze dei paesaggi. A 18 anni fu mandato da uno zio presso Cassino, ma più che dal banco egli fu attratto dalla gloriosa abbazia. Non era però il tipo del benedettino, e tre anni dopo si trasferì a Roma, dove seguì i corsi alla Sapienza e iniziò una specie di predicazione ambulante, piena di spirito e anche allegria. Si conquistò la simpatia della grande città, tanto da venir detto “l’Apostolo di Roma”. Frequentava i quartieri più poveri, gli ospedali più abbandonati, le carceri più tetre, portando ovunque l’arguzia fiorentina insieme con la più amabile carità cristiana. Raccoglieva intorno a sé torme di ragazzi scarmigliati e inselvatichiti; li faceva cantare, istituendo “l’Oratorio del Divino Amore”; li faceva divertire, li educata e li istruiva. Diceva loro, nei momenti di maggior turbolenza: “state un po’ fermi se vi riesce”.

A chi gli faceva notare l’eccessiva chiassosità dei suoi giovani, il Santo, da vero educatore, rispondeva: “purché non facciano peccati, volentierissimo sopporterei che mi spaccassero la legna addosso”. E ai giovani diceva: “beati voi, che avete tempo di fare ancora tanto del bene!”.

Per quei ragazzi, per la salute dei loro corpi e delle loro anime, questuava alle porte dei più sontuosi palazzi. Un giorno, un signore, infastidito dalle sue richieste, gli lasciò andare uno schiaffo. Filippo non si scompose: “questo è per me – disse sorridendo – e ve ne ringrazio. Ora datemi qualche cosa per i miei ragazzi”.

Pregava il Signore di aiutarlo. “Tieni la mano sulla mia testa – diceva con arguzia – altrimenti Filippo senza il tuo aiuto ne fa una delle sue”.San Filippo Neri

Si dedicò alla riforma cattolica, non però facendo il profeta di sciagure o l’eterno accusatore. Solo l’amore di Dio e la Santità potevano portar sollievo alla Chiesa. “E’ possibile – diceva – restaurare le istituzioni umane con la santità, non restaurare la santità con le istituzioni”.

“Non cercate mai di fuggire quella croce che Iddio vi manda – diceva – perché di sicuro ne troverete un’altra maggiore”. Dopo le funzioni religiose, congedava i fedeli dicendo: “orsù la vostra ora di pregare è finita, ma non è però finito il tempo di fare il bene”. Amato, ammirato, venerato da vari papi, San Filippo Neri rifiutò sempre il Cardinalato. Aveva ottant’anni quando s’infermò. Diceva: “tu Gesù, sulla Croce, e io in un letto pulito, con tanta gente intorno che mi cura”.

Dopo morto, i medici poterono constatare che il suo cuore aveva un volume insolitamente grande. Due costole si erano curvate e rotte per lasciare liberi i battiti di quel grande cuore, colmo d’amore verso Dio e verso gli uomini.

di Piero Bargellini | tratto da “Mille Santi del giorno”

Invia un commento