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Volontariato, per fare che?

Se fare il volontario costa perché impegna la persona fino alla responsabilità personale, occorre prendere atto che tale responsabilità può essere contenuta entro margini di tranquillo buon senso. Anche questo, però, bisogna volerlo, non aspettarlo dall’alto. L’impegno è pesante, e pesanti sono le responsabilità. L’associazione ne è talmente consapevole che per ogni novità normativa ha provveduto a costituire corsi di informazione e di aggiornamento, per dotare i volontari e i responsabili delle nozioni e degli strumenti adeguati a far fronte a obblighi e impegni.

Riscrittura degli statuti, Nuovo regime fiscale agevolato, Formazione sostitutiva del libretto sanitario personale, Sistema di autocontrollo HACCP, Privacy per la tutela dei dati personali, Gestione amministrativa dei Circoli, Formazione del Bilancio e dei documenti collegati, Gestione delle attività, Regolamento interno e rapporto corretto con associati e partecipanti, Sicurezza nei Circoli, Tesseramento assistito, Diffusione del defibrillatore e corsi di specializzazione, Modello EAS, Registro nazionale delle APS, Cinque per mille, Alternanza scuola lavoro, Gestione GREST, Noleggio Kart a pedali, Presenza a eventi pubblici, Concorso Presepi, Assistenza con incontri individuali in sede. Consulenza telefonica, Riunioni varie. E tanto altro.

Da questo impegno immane, i nostri “volontari” hanno colto il minimo indispensabile, e a volte neanche quello, considerando le proposte presentate banali fantasie, liquidandole con un semplice: “Ah, quel là el ghe n’ha de bele!!!”, classificando il segretario un “fuori di testa”.

In conclusione, dopo quasi quarant’anni di parole, circolari, informative, mi trovo a dialogare con volontari fermi a 10, 20, 30 anni fa, senza aver mai preso in considerazione seria le novità, gli obblighi, gli impegni inderogabili. Il mondo è andato avanti, e loro sono inchiodati al passato.

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